I miei libri: Heartland, Katana
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Heartland, canzoni, storie, poesie (2023)
Heartland è il libro publicato insieme al disco che raccoglie testi di varia natura, tutti figli della stessa ispirazione che ha condotto alla scrittura dei brani: i testi delle canzoni, dieci racconti ispirati ai brani, dieci poesie (più una) e un'altra serie di testi a chiudere il libro.
"Tutto il volume è ricco degli esiti di una sorta di operazione a cuore aperto, in cui Coppola dissemina "tracce vive del mio passaggio sul mondo", in modo sincero e generoso, à la Carver, per rendere intelligibile il senso della propria scrittura, poetica e musicale, ma anche della stessa esistenza, sospesa e spesa fra urgenze quotidiane, ansie contemporanee, aspettative future. " (Laura Bianchi, mescalina.it).
Katana, romanzo (2012)
Katana è un romanzo scuro, ossessivo, elettrico, urbano. Mentre lo scrivevo, ascoltavo a ripetizione due dischi che di fatto hanno influenzato il ritmo, il suono, la pulsazione della scrittura: Turn on the Bright Lights, degli Interpol e An End Has a Start, degli Editors. È un romanzo che parla del caso e del caos, del ruolo che hanno nelle nostre vite. Parla di eredità e di futuro. Degli sviluppi imprevedibili che possono nascere da un accadimento qualunque e delle sue conseguenze durature. Per la scrittura in sé avevo in mentre tre modelli specifici, tre libri che mi avevano mostrato un modo di scrivere che mi pareva (ed è ancora così) definitivo, necessario, asciutto, tagliente, pericoloso. Ne cito i titoli con un certo imbarazzo – anche solo il desiderio di tentare di avvicinarmi a questi autori mi fa sentire un cretino: Trilogia della città di K, di Agota Kristóf; La strada, di McCarthy; Brucia Troia, di Sandro Veronesi.
"Mi ha lasciato addosso e dentro dell’inquietudine, della compassione, della sofferenza. E trovo che sia uno dei migliori risultati cui possa ambire uno scrittore in questi tempi distratti: il coinvolgimento del lettore, la sua partecipazione emotiva." (Franco Zanetti, rockol.com)
"Katana affascina, pretende l’attenzione del lettore, disturbando e chiamando in causa un meccanismo di identificazione e fratellanza. Michele lo siamo un po’ tutti, di questi tempi." (Amalia Dell'Osso, losthighways.it)